Nino Benvenuti – L’Oro dei Cinquanta

“…Quella notte del ’67 al Madison. E l’Italia sul ring del mondo”

 

Esistono passaggi, in questo nostro tragitto terreno, che possiedono caratteristiche  di vera unicità e sono perciò rari, quindi preziosi.  Attimi  che valicano frontiere e ideologie, prescindendo da classe sociale o fede religiosa, usanze famigliari o titoli accademici, colore della pelle o differenze etniche. Traiettorie che lasciano solchi profondi.

La notte del 17 aprile 1967, sul ring del Madison Square Garden di New York (di fronte a una immensa platea  presente  non solo lì sul luogo,  ma collegata in mondovisione/ascolto) fu uno di quei momenti,  in cui si verificò un fenomeno che ebbe dell’incredibile.

Una data che testimoniò un avvenimento che mai più si ripeté (una sorta di esperimento che non può dirsi scientifico perché non riproducibile), durante il quale l’inchiostro della Storia scrisse una delle pagine più intense nella enciclopedia genealogica del nostro Paese.

E lo fece al di à e ben oltre la disciplina sportiva o il mero tifo agonistico, in una affermazione gioiosa di riscatto partecipato da una Nazione tutta.

Un transfert entusiastico senza filtri o intermediazioni cerebrali,  una identificazione che permeò violentemente le corde di una emotività collettiva. Assoluta, senza calcolo.

Di quelle esperienze così forti e stravolgenti che persino quei mostri dichiarati che non fanno sconti alla memoria  arretrano e riconoscono un proprio limite : di fronte a un flusso energetico/affettivo potente come quello scatenato da  quella memorabile notte,  riescono a mantenere accesa la parte del cervello legata alle forti emozioni. Facendo affiorare, nel buio di inconsci ricordi,  il nome di Nino Benvenuti persino a individui (all’ultimo stadio della infìda malattia) non più in grado di riconoscere neanche i propri parenti.

Questo fu tra i miracoli di quella notte.

Non una semplice notte di boxe  in cui un nostro sportivo (peraltro già medaglia d’Oro per il Pugilato alle Olimpiadi di Roma ‘60) sconfisse Griffith, campione planetario sino ad allora imbattuto.

Ma una notte in cui sorse una nuova alba sociale e culturale.

Una notte dopo la quale nulla fu più come prima.

Una notte, indimenticabile e indimenticata, ancora pulsante nel cuore di tutti, in cui L’Italia,  intera e all’unisono, vittoriosa e fiera, salì “confusa e felice” sul ring del mondo.

 

 

Anita Madaluni
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